Traduzione e significato di: 孤児 - koji

La parola giapponese 孤児 (こじ, koji) porta un significato profondo ed emotivo, rappresentando una realtà sociale presente in diverse culture. In questo articolo, esploreremo il suo significato, origine e uso nella vita quotidiana giapponese, oltre a comprendere come questa espressione sia percepita linguisticamente. Se stai studiando giapponese o hai semplicemente curiosità riguardo a termini che riflettono aspetti umani, questo contenuto chiarirà dubbi e fornirà informazioni utili.

孤児 è una parola che appare in contesti formali e informali, ma il suo peso semantico richiede attenzione quando viene utilizzata. Qui scoprirai come i giapponesi la impiegano, se ci sono variazioni dialettali e persino se compare in opere dei media giapponesi. Suki Nihongo, il tuo dizionario di giapponese preferito, ha raccolto i dettagli più rilevanti affinché tu possa comprendere questa espressione nella sua totalità.

Significato e traduzione di 孤児 (こじ) è "orfano".

孤児, letto come "koji", significa letteralmente "orfano". Il termine si riferisce a un bambino che ha perso uno o entrambi i genitori, ed è ampiamente utilizzato in contesti sociali e legali. Diversamente da alcune lingue occidentali, il giapponese non tende ad avere eufemismi per questa parola, il che la rende diretta e carica di significato.

Sebbene la traduzione sia semplice, l'impatto emotivo di 孤児 in Giappone è significativo. La società giapponese valorizza molto i legami familiari, e essere un "koji" può portare a implicazioni culturali profonde. In documenti ufficiali e notizie, la parola è usata senza fronzoli, ma nelle conversazioni quotidiane, i parlanti possono optare per espressioni più sottili a seconda del contesto.

Origine e scrittura in kanji

La parola 孤児 è composta da due kanji: 孤 (ko), che significa "solitudine" o "isolamento", e 児 (ji), che rappresenta "bambino". Insieme, formano l'idea di un bambino abbandonato, senza il supporto dei genitori. Questa combinazione è antica e riflette la percezione storica giapponese sull'orfanità, sempre legata alla vulnerabilità e alla mancanza di protezione familiare.

È interessante notare che il kanji 孤 appare in altre parole correlate alla solitudine, come 孤独 (kodoku), che significa "solitudine" in un senso più ampio. Già 児 è un carattere comune in termini che coinvolgono l'infanzia, come 幼児 (youji, "bambino piccolo"). Questo legame tra i radicali aiuta a capire perché 孤児 ha un significato così specifico e carico di emozione.

Uso culturale e frequenza nella lingua giapponese

In Giappone, 孤児 non è una parola usata frequentemente nella vita quotidiana, ma appare in discussioni su politiche sociali, reportage e persino in opere di fiction. I drammi e i manga che affrontano temi familiari o drammi umani possono utilizzare il termine per evidenziare la situazione di un personaggio. La sua presenza nei media spesso serve a generare empatia o consapevolezza.

Culturalmente, essere un "koji" in Giappone può portare a sfide aggiuntive a causa dell'enfasi sulla struttura familiare tradizionale. Esistono istituzioni di accoglienza e programmi governativi, ma lo stigma sociale rimane un tema delicato. Pertanto, la parola ha un peso che va oltre il significato letterale, riflettendo valori e pressioni sociali radicate nella cultura giapponese.

Vocabolario

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Sinonimi e simili

孤独な子供 (Kodoku na kodomo) - Bambino solitario; può implicare una sensazione di solitudine.
孤立した子供 (KoRitsu shita kodomo) - Bambino isolato; si riferisce normalmente a un bambino che non ha interazione sociale.
親のいない子供 (Oya no inai kodomo) - Bambino senza genitori; più focalizzato sull'assenza dei genitori.
孤児の子供 (Koji no kodomo) - Bambino orfano; si riferisce a un bambino che ha perso i suoi genitori.